l film “Mamma ho perso l’aereo” è l’occasione cinematografica per parlare del reato di abbandono di minori punito dall’art. 591 del codice penale.
La prima parte la trovate a questo link sulla pagina Facebook dello Studio Legale.
Kevin, infatti, per mero errore viene lasciato a casa dalla propria numerosa famiglia, imbarcatasi su un aereo per le vacanze natalizie.
Egli, proprio per questa sua condizione solitaria non adatta ad un bambino di 8 anni, viene preso di mira persino da alcuni ladri, oltre che fare amicizia con una senzatetto.
Nell’ordinamento italiano tale reato viene punito dall’art. 591 e recita: “Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Alla stessa pena soggiace chi abbandona all’estero un cittadino italiano minore degli anni diciotto, a lui affidato nel territorio dello Stato per ragioni di lavoro. La pena è della reclusione da uno a sei anni se dal fatto deriva una lesione personale, ed è da tre a otto anni se ne deriva la morte.Le pene sono aumentate se il fatto è commesso dal genitore, dal figlio, dal tutore o dal coniuge, ovvero dall’adottante o dall’adottato.”
Le origini storiche.
Il fenomeno dell’abbandono dei minori è testimoniato da tempi molto antichi, come nella leggenda di Romolo e Remo.
Con il termine trovatello veniva indicato, specialmente in passato, il bambino abbandonato dai genitori in tenera età o non riconosciuto alla nascita.
Si stima che in Europa Occidentale, negli anni intorno al 1850, sarebbero stati abbandonati più di 100.000 bambini all’anno.
Negli stessi anni, si pensa che a New York vivessero circa trentamila trovatelli.
Quando si commette questo reato?
Reo di questo delitto è colui che ha la custodia o ne deve avere cura.
L’obbligo della cura può derivare dalla legge, ad esempio genitori, insegnanti, tutori, oppure da un contratto, guide alpine, bambinai, bagnini.
Soggetto passivo è il minore di 14 anni o l’incapace.
La condotta consiste nell’abbandono materiale del soggetto passivo (non esclusivamente morale).
Il delitto è un reato di pericol, pertanto l’abbandono in sé non è sufficiente a cagionare un danno, ma pone il minore o l’incapace in una situazione di pericolo e ne mette a repentaglio l’incolumità.
L’elemento soggettivo è il dolo generico, vale a dire la coscienza dello stato di incapacità e la volontà dell’abbandono.
Quindi i genitori di Kevin possono essere perseguiti per questo reato?
Il reato è stato commesso, ovviamente, nella sua dimensione oggettiva : oggettivamente Kevin è stato “dimenticato” dai suoi genitori.
Tuttavia, quello che manca è proprio l’elemento soggettivo, in quanto è evidente che gli stessi genitori abbiano commesso un errore, essendo quindi in stato di “colpa” e non di “dolo”.
Difatti, essi si attivano immediatamente per allertare le forze dell’ordine dell’accaduto, dimostrando l’assenza di dolo.
Sulla scorta di tale ragionamento giuridico, e per la mancanza di elemento soggettivo, i genitori di Kevin non hanno commesso tale reato e potranno essere assolti, ovviamente il tutto nel mondo fantastico della cinematografia.
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